cane da pastore ungherese Komondor - AIPR associazione italiana cani da pastore

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Associazione Italiana Per la Tutela
del Cane da Pastore del Caucaso, Cane da Pastore dell'Asia Centrale e altre razze da pastore.
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e altre razze da pastore.
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KOMONDOR
KOMONDOR

RAZZA AMMESSA
AL REGISTRO SUPPLEMENTARE RICONOSCIUTI (R.S.R.)
DI PRIMA GENERAZIONE SENZA LIMITAZIONI

E’ possibile effettuare il riconoscimento in occasione di CAC – CACIB – Mostre Speciali o Raduni di razza.
Il Komondor è senz'altro il rappresentante più importante della grande famiglia dei cani da pastore ungheresi. Fino agli anni '50 era praticamente sconosciuto al di fuori della sua patria di origine; in seguito il suo aspetto diverso, forte, primitivo, il suo carattere equilibrato hanno dato un notevole impulso alla diffusione della razza. Il suo primo standard, del 1920, testualmente così lo descrive: "cane da pastore di origine asiatica, di grandi dimensioni e di forte costituzione. L'andatura possente ed altera gli conferisce una dignità che ispira rispetto. Nel vegliare sul bestiame e sulla casa del padrone dimostra valore e coraggio insuperabili".
ORIGINE
Secondo il prof. Pablo Honsch della facoltà di Agraria dell'Università di Godollo in Ungheria, il Komondor giunse in Europa con i Cumani, che, provenienti dalla Turchia, si erano stabiliti, fra il X e il XIII secolo nelle steppe comprese tra il Don, il Volga e del Mar Nero. Dispersi nel 1237 dai mongoli dell'orda d'oro, alcune tribù cumane trovarono rifugio in Ungheria nella regione fra il Tibisco e il Danubio insieme alle loro mandrie. I Cumani, infatti, in una regione agricola come quella ungherese, continuarono ad esercitare la pastorizia, che rispondeva, meglio di qualsiasi altra attività, alla loro natura nomade. Le mandrie dei bovini, che i Cumani vendevano in Occidente e che consegnavano ai compratori percorrendo a cavallo notevoli distanze, erano accompagnate da grandi cani bianchi con un eccezionale mantello. Questi cani venivano chiamati dai Cumani "quomandur" in ungherese con "Komondor" appunto ma non tutti sono d'accordo. C'è chi ritiene che tale nome derivi dal vocabolo "komor", che significa tenebroso, anche se l'espressione del Komondor, nonostante la sua testa sia ricoperta da pelo folto, non può essere definita proprio cupa. Il Komondor, comunque, è un cane antichissimo, tanto che di lui parlano Peter Kakony nell'Astigian kiraly (1544) e, quindi, Amos Comenius , nel 1673, e Michael Klein nel 1778.
LA FORMAZIONE DELLA RAZZA
La teoria del prof. Honsch sull'arrivo del Komondor in Ungheria ci porta in Oriente, dove si ritiene che siano nati non solo i cani da pastore, ma anche tutti i molossi: i mastini napoletani e i cani corsi, in Italia; i mastini, in Spagna; i cani dei Pirenei, in Francia e i mastiff in Gran Bretagna, per citare solo alcune razze che discendono dal molosso del Tibet. Ma il mistero sui cani da pastore persiste al punto che, non essendoci alcun autore che ne chiarisca in qualche modo la vicenda storica, possiamo azzardare soltanto qualche ipotesi. Alle origini della domesticazione del cane esistevano in Oriente i grandi cani molossoidi, dei quali parleremo in seguito, e cani molto piccoli, che sono i progenitori di razze millenarie come il cane nudo messicano, il chihuahua, anch'esso messicano, il cane nudo peruviano. A questi due gruppi dobbiamo aggiungere anche la famiglia dei levrieri che,  per le loro molteplici attitudini, si presentavano ad essere impiegati indifferentemente come cani da pastore, da caccia, da guardia, da difesa. I cani da pastore sono del tutto assenti nel continente americano e praticamente inesistenti in Africa e in Oceania. Solo in Australia troviamo il Kelpie e il Cattle Dog come uniche razze autoctone perché, secondo gli specialisti, vi furono comunque a suo tempo importate. Non rimane dunque altra soluzione che prendere in esame i cani da pastore europei e dividerli in due grandi famiglie: quelli che per la morfologia sono più vicini ai molossi (il pastore di Ciarplanina, il pastore maremmano-abruzzese e il Kuvasz) e quelli fra i quali predomina la taglia media e il pelo più lungo che spesso copre anche parte del muso come il Bergamasco, il Bobtail, il Briard, il Pastore catalano e molti altri. (Il pastore tedesco e il pastore belga sono, di più recente creazione).
SITUAZIONE STORICA
Per spiegare le origini e la situazione dei cani da pastore di grande mole e potenza, i quali, a prima vista, non hanno alcuna relazione con i molossoidi, dobbiamo necessariamente analizzare il loro comportamento e definirne, di conseguenza, il carattere per tentare di costruire, su questa base, una teoria sulla loro derivazione genetica. A prima vista l'aspetto del Komondor non ha nulla che faccia pensare al molosso: lo ricordano però la sua taglia e la sua duttilità nel lavoro. Queste caratteristiche fanno supporre che quelle razze orientali si sono molto differenziate attraverso incroci che, nel corso dei secoli, hanno definitivamente fissato determinati tipi che si contraddistinguono per l'attitudine alla vigilanza e la forza del molosso, la vivacità e la prontezza di riflessi dei cani piccoli e il senso della pastorizia che i levriere, dall'Afghano al Saluki, possedevano naturalmente circa 4000 anni fa. La fissazione delle caratteristiche morfologiche è avvenuta contemporaneamente a quella delle caratteristiche psicologiche, legando geneticamente le une e le altre. Le più recenti teorie cinofile sono inclini ad accettare l'ipotesi che i pastori polacchi, i pastori ungheresi e i bergamaschi siano i capostipiti di tutte le razze di cani da pastore in Europa e, forse, nel mondo intero.
CARATTERE
Come cane da lavoro.
Occupa una posizione singolare tra i cani da pastore perché e anche da guardie da difesa. Attacca il lupo con intrepida fierezza ed è capace di guidare il gregge alla perfezione, tutto unito e compatto. Altri cani da pastore sono in genere affiancati da grandi cani, perlopiù molossoidi, che hanno il compito di affrontare i lupi, mentre i primi si occupano esclusivamente di condurre il gregge. Per ogni gregge ci sono, di norma, uno o due cani da pastore e un paio di cani da guardia. Nel caso del Komondor sono sufficienti due o tre esemplari della stessa razza e non c'è bisogno di nessun altro. Se il gregge è molto piccolo una cinquantina di capi, un Komondor può fare da solo il suo doppio lavoro, ma per un gregge normale, che va da 300 a 500 capi, ne servono almeno tre. Come cane da guardia da difesa.
Grande e robusto, dotato di riflessi pronti, il Komondor è anche un eccellente cane per la difesa i più diversi impieghi. È in grado di fare la guardia e accetta la disciplina come siamo soliti aspettarci da razze molto selezionate ad esempio quella del pastore tedesco. Sa svolgere tutta una serie di lavori complessi, fino alle più rischiose operazioni di salvataggio e con risultati più che soddisfacenti. Il suo straordinario mantello formato da vere e proprie trecce di pelo, non gli impedisce di salire e scendere con disinvoltura una scala a pioli o di fare salti eccezionali; con tanta agilità unita ad un eccellente olfatto, può rintracciare persone sepolte sotto le macerie di edifici crollati o sotto le valanghe.
Come cane da compagnia.
Si comporta in modo molto riflessivo, è animato da sentimenti di affetto verso la casa e la famiglia, ma sempre dopo aver deciso lui stesso chi è il suo padrone. La differenza di comportamento nei confronti del padrone prescelto rispetto al resto della famiglia, si traduce non soltanto in affetto e fedeltà, che dimostra peraltro a tutti, ma in una maggiore dipendenza, in un'assoluta confidenza che non sono riscontrabili nel rapporto con gli altri familiari. Dove si avverte la differenza di comportamento e con gli amici di famiglia: stabilire confini precisi fra gli intimi e quelli che vengono solo in visita di cortesia; questi ultimi verranno tenuti a distanza e considerati quasi degli intrusi che tentano di intrufolarsi subdolamente nel gruppo familiare. Davanti a tante qualità riunite in una sola razza, non riusciamo a spiegarci come sia possibile che, per tanti secoli, il Komondor sia rimasto sconosciuto fuori del suo paese nel quale, peraltro, fin dalle sue remote origini, è stato molto apprezzato da pastori e contadini.
ATTENZIONI E CURE SPECIFICHE
A causa del suo pelo così particolare che si intreccia formando lunghi cordoni, il Komondor ha senza dubbio bisogno di cure speciali. E' necessario fare attenzione che le trecce non si ammassano formando una specie di tessuto che procurerebbe al cane diversi problemi, sia nel campo motorio che in quello dell'igiene. Le cure devono essere scrupolose. La spazzola comune non è adatta in quanto scioglierebbe i cordoni del pelo conferendo all'animale l'aspetto di un cane selvatico. Né peraltro può essere pettinato. Negli Stati Uniti, dove l'hanno fatto, il Komondor appare un cane del tutto diverso e sembra aver perduto le sue qualità ancestrali. A questo proposito converrà ricordare che il cane da pastore e sia un animale che facilmente si adatta a vivere in ogni ambiente, ma subendo tali trattamenti esso correrà il rischio di essere ridotto a semplice cane da compagnia. Per evitare che il pelo formi tutto un ammasso le ciocche vanno separate con le dita. Se tende a diventare secco cosa che non succede se il Komondor vive in libertà e lavora con le pecore perché il contatto continuo con gli agnelli lo ricopre di grasso, lo si può ungere con cura usando la lanolina. Quanto ai lavaggi, è sufficiente una buona doccia tre o quattro volte l'anno. A riguardo, sarà bene tener presente tutte le necessarie precauzioni: l'acqua pertanto non supererà la temperatura di 35°C nè il livello di essa andrà oltre l'addome del cane; verrà impiegato un sapone o uno shampoo delicato cercando di evitare che questo penetri negli occhi e nelle orecchie (queste ultime potranno opportunamente essere protette da batuffoli di cotone idrofilo). Quando piove non bisogna preoccuparsi: il pelo è idrorepellente. Il nostro cane deve vivere in campagna o in un giardino, non può stare chiuso in un appartamento, ha bisogno di correre e si si pretende di farlo vivere al chiuso bisognerà permettergli lunghe passeggiate e lasciarlo correre liberamente: le sue grandi dimensioni richiedono grande libertà.

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